Le Stelle Fredde - bompiani - 9788845293429 -
Le Stelle Fredde 

Le Stelle Fredde
PREMIO STREGA 1970

Abbandonato dalla donna che ama, il protagonista del romanzo, che valse a Piovene il Premio Strega nel 1970, lascia la città per trasferirsi nella casa avita in campagna. Qui viene sospettato dell'omicidio di una persona che nutriva per lui antichi rancori. Ha così inizio una fuga da sé e un ritiro dal mondo durante il quale incontrerà un redivivo Fëdor Dostoevskij; prima di decidere di fare [...]
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Auteur : 

Editeur : Bompiani

Date parution :

 Italien


Reliure :
Broché
Nbr de pages :
230
Dimension :
13 x 1.47 x 19.81 cm
Poids :
260 gr
ISBN 10 :
8845293424
ISBN 13 :
9788845293429
14,50 €
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Abbandonato dalla donna che ama, il protagonista del romanzo, che valse a Piovene il Premio Strega nel 1970, lascia la città per trasferirsi nella casa avita in campagna. Qui viene sospettato dell'omicidio di una persona che nutriva per lui antichi rancori. Ha così inizio una fuga da sé e un ritiro dal mondo durante il quale incontrerà un redivivo Fëdor Dostoevskij; prima di decidere di fare ritorno al mondo dei morti, lo strano personaggio rivela al protagonista una sconvolgente verità: se il mondo dei vivi trabocca di esseri più simili ad astrazioni che a realtà, quello dei morti non è che la sua immagine speculare. All'uomo non resta che cercare dentro di sé le ragioni del suo rifiuto della realtà, quasi che la possibile soluzione si possa trovare solo nel passaggio dalla vita all'impassibile aldilà della scrittura. Per aspirare a una condizione che è insieme vita e morte, la condizione di chi, pur calato profondamente nella realtà, sente la propria solitudine come l'unica condizione possibile.

Auteurs :

Appartenente a una famiglia nobile, costituita da Francesco e Stefania di Valmarana, conseguì la laurea in filosofia all'Università degli studi di Milano, dove conobbe tra gli altri il filosofo Eugenio Colorni. Si avviò alla carriera giornalistica da subito, incomonciando da Il Convegno e Pegaso, ricoprendo il ruolo di inviato fin dalla sua prima assunzione per il quotidiano L'Ambrosiano, dalla Germania. Passò successivamente al Corriere della sera, per cui lavorò da corrispondente estero a Londra e Parigi: presso la testata lombarda conobbe Dino Buzzati, Orio Vergani e Indro Montanelli. Fece scalpore al tempo la recensione entusiastica che il giornalista, noto osservatore del mondo comunista, scrisse per il libello antisemita "Contra Judaeos" di Telesio Interlandi: questo fatto gli costò l'amicizia con Colorni. Nell’articolo uscito sul Corriere della Sera, Piovene tentò di instillare nel pubblico una ??oecoscienza razziale”, affermando che:

« Gli ebrei possono essere solo nemici e sopraffattori della nazione che li ospita. Di sangue diverso, e coscienti dei loro vincoli, non possono che collegarsi contro la razza aliena »
(G. Piovene, Contra Judaeos, in Corriere della Sera, 1º novembre 1938)

Piovene non condannò mai il regime fascista e fu un acceso sostenitore della campagna per la difesa della razza[1]. Tuttavia, Ernestina Pellegrini asserisce che il Piovene partecipò alle ultime fasi della lotta partigiana, dandone diretta testimonianza in un articolo dal titolo "Non furono tetri", uscito sulla rivista romana "Mercurio" di Alba De Céspedes[2]. Collaborò più avanti con Solaria, Pan, Il Tempo, La Stampa, con la quale proseguì la sua attività di inviato dapprima in America e successivamente a Mosca.

Nel 1931 pubblicò i suoi primi racconti ne La vedova allegra, stampato dai fratelli Buratti. Ci vollero dieci anni perché Piovene desse alle stampe la sua seconda opera, Lettera di una novizia, romanzo epistolare che mette in luce l'indagine psicologica su cui lo scrittore indugia per far risaltare gli aspetti più cupi e concentrazionari della società vicentina, dominata dal moralismo religioso oppressivo e sospettoso. All'analisi fatta da Piovene degli ambigui tormenti esistenziali della giovane Rita si aggiungerà, negli anni cinquanta, Il prete bello di Goffredo Parise, anch'esso ambientato nel Veneto cattolico e bigotto della prima metà del secolo ma caratterizzato da un realismo venato di dissacrante ironia.

In un secondo momento, la produzione di Piovene si soffermò sui reportage di viaggio, che diede alla luce il De America nel 1953, seguito a ruota da Viaggio in Italia (1957), una delle sue opere più famose. Ritornò alla narrativa nel 1963 con Le furie, romanzo-saggio che è la cronaca di un ritorno a Vicenza e del confronto con i personaggi-fantasmi ("furie" appunto) del proprio passato. A dieci anni di distanza dal Viaggio in Italia pubblicò anche Madame la France e La gente che perdé Gerusalemme. Nel 1968 fu presidente della giuria della Mostra internazionale del cinema di Venezia. Il massimo conseguimento della mai dimenticata introspezione psicologica dei personaggi lo ottenne con il romanzo del 1970 Le stelle fredde, in cui una trama striminzita fa da sfondo ad un'abilissima analisi della morale. Il libro venne insignito del premio Strega. Nel giugno del 1974 appoggiò Indro Montanelli nella fondazione de il Giornale Nuovo. Cinque mesi dopo morì in una clinica neurologica a Londra, città nella quale si trovava per il lavoro come corrispondente.

Se esiste uno denominatore comune che salda tutti i romanzi di Piovene, questo si può rintracciare nella focalizzazione delle cause e delle conseguenze delle tendenze al male, alla negatività, alla distruzione, del singolo individuo, dei nuclei e della società.

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